Tre incontri dedicati all’argilla, alla creatività e al contatto con la materia hanno dato vita a un’esperienza intensa e profondamente partecipata alla Fondazione Sant’Anna e Santa Caterina.

Il laboratorio “Dialogo con la Terra – Una conversazione con… creta”, condotto dallo scultore bolognese prof. Paolo Gualandi, rientra nel progetto Bellezza e Futuro, realizzato in collaborazione con l’Associazione per le Arti “Francesco Francia”.

Nei vari appuntamenti un ruolo attivo e interattivo è stato quello dei residenti, in un “viaggio” alla scoperta della terra, nelle sue molteplici forme.

UN PERCORSO TRA STORIA, EMOZIONE E CREATIVITA’

I primi due incontri hanno introdotto i partecipanti all’origine e al senso della creta, non solo come materiale artistico ma anche come elemento simbolico. La terra è stata osservata in tutte le sue sfaccettature: dalle origini nelle antiche scritture bibliche al gesto pratico e creativo del modellare.

I partecipanti hanno potuto sperimentare direttamente la lavorazione dell’argilla, attraverso modellazioni e stampi, entrando in contatto con una materia che richiede ascolto, lentezza e presenza.

In questo contesto il rapporto umano è diventato parte integrante dell’esperienza. Lo stesso prof. Gualandi lo ha sottolineato pubblicamente:

«La terra ci insegna non solo un’esperienza di contatto con la natura ma anche con la creatività. […] In questo percorso c’è un aspetto umano molto importante che è il contatto diretto con le persone. Un aspetto davvero commovente».

L’EMOZIONE DEL RITRATTO CHE PRENDE VITA

Il terzo incontro ha rappresentato una sintesi poetica di tutto il percorso. Questa volta i residenti hanno assistito alla realizzazione di un ritratto artistico.

Grazie all’abilità di un Maestro della scultura come Paolo Gualandi, in poco meno di due ore, da un blocco informe di creta è emerso il volto di una donna.

L’attenzione dei presenti è rimasta costante e carica di stupore. Alcuni di loro hanno paragonato la trasformazione dell’argilla ad un gesto magico, altri alla nascita di una nuova vita. Al termine dell’incontro, sono stati proprio i residenti a proporre un nome per l’opera. La scelta è ricaduta su “Angela”, in omaggio ad una delle signore presenti.

Una volta cotta e consolidata, l’opera sarà pronta per essere esposta in Fondazione come ricordo tangibile di questa esperienza.

«È un’esperienza fatta di contatto con la materia, ma anche di scambio di energia con le persone presenti. Uno scambio che influenza il risultato finale dell’opera stessa» – ha aggiunto lo scultore a fine laboratorio con i residenti della Fondazione.

UN NUOVO “ASSAGGIO” DI BELLEZZA E FUTURO

Il laboratorio, per il momento concluso, non è solo un percorso formativo e artistico, ma un’esperienza collettiva con alla base il potere della relazione sociale, dove la terra diventa ponte tra creatività, memoria e umanità.

La scultura simboleggia il dialogo tra la terra e le persone che l’hanno resa “viva” e sarà presto ulteriore tassello della mostra “Bellezza e Futuro” particolarmente apprezzata dai residenti e in generale da tutti i visitatori della struttura di via Pizzardi.