Riabilitazione al Sant’Anna: ricoveri brevi per pazienti ortopedici e neurologici

Da qualche tempo è attivo nella nostra Fondazione il servizio di riabilitazione per pazienti ortopedici e neurologici, con una presa in carico multidisciplinare e multiprofessionale. Il servizio si rivolge a coloro che dopo un intervento di protesi d’anca o di ginocchio, o ancora dopo un ictus, necessitano di un programma riabilitativo per recuperare la mobilità degli arti e necessità di un ricovero di breve durata. Il servizio è stato già attivato in passato con ampia soddisfazione dei pazienti e dei loro familiari. Per tale ragione la Direzione della Fondazione Sant’Anna e Santa Caterina ha deciso di riproporlo.

 

Rispetto all’attivazione del servizio ne abbiamo parlato con la dott.ssa Lisa Zambelli, medico chirurgo specializzato in Medicina fisica e riabilitativa che dal 2013 offre la propria consulenza fisiatrica ai residenti della Fondazione, coordinando progetti e programmi di riabilitazione attuati dai fisioterapisti. La volontà condivisa tra diverse figure sanitarie e socioassistenziali con la supervisione della Direzione è quella di offrire un progetto complesso di riabilitazione, a cui accedere come privati.

 

 Dott.ssa Zambelli cosa significa per lei prendersi cura dei pazienti della Fondazione Sant’Anna e Santa Caterina?

Prendersi cura della persona anziana, fragile, è un’esperienza unica anche dal punto di vista emotivo. In qualità di medico fisiatra insieme ai fisioterapisti mi occupo di mettere a punto programmi riabilitativi personalizzati, nel rispetto dell’unicità di ciascun residente. Si tratta di pazienti fragili, con numerose patologie e nella maggior parte dei casi con deficit cognitivi. Il mio ruolo per la Fondazione, da oltre dieci anni, è la consulenza specializzata. All’interno dell’istituto sono presenti al momento quattro fisioterapiste che tutti i giorni, con continuità e grande umanità, sono al fianco dei nostri residenti. Sia di quelli ricoverati in CRA – Casa Residenza per Anziani – in convenzione con il SSN – sia quelli in regime privato che possono rivolgersi alla Fondazione per il trattamento riabilitativo.

Ci parli del progetto sulla riabilitazione “su misura”: chi sono i destinatari e quali sono i benefici?

L’idea è quella di accogliere per ricoveri brevi persone di tutte le età, non solo anziani, che ad esempio dopo un intervento chirurgico di tipo ortopedico necessitano una riabilitazione a livello motorio ma non solo. Viene proposto un periodo di ricovero in struttura che consenta di effettuare il solo trattamento riabilitativo in regime privato. L’obiettivo è rendere la Fondazione, come era accaduto in passato, una struttura di riferimento per il paziente nel post-chirurgico. Pensiamo all’anziano e in generale al paziente operato che non può guidare la macchina o che non può contare su un proprio familiare per recarsi in ambulatorio per fare fisioterapia. In Fondazione può beneficiare del servizio erogato da personale qualificato e formato.

Il percorso riabilitativo si svolge all’interno delle palestre attrezzate della struttura. Il paziente potrà fare rientro al proprio domicilio solo dopo ave raggiunto una certa autonomia.

LA TESTIMONIANZA DI UN PAZIENTE: “GRAZIE ALLA RIABILITAZIONE SONO DI NUOVO IN PIEDI”

 

Per concludere, dott.ssa Zambelli, qual è l’unicità di questo servizio?

Certamente il primo aspetto interessante è che il ricovero è breve e può beneficiare dell’alta professionalità del personale sociosanitario, dei comfort di una struttura storica come la Fondazione ma anche moderna, dotata di spazi luminosi oltre che di un ampio giardino dove è possibile incontrare i propri familiari, approfittando della bella stagione. Il servizio inoltre comprende il vitto e offre il vantaggio di poter usufruire di un pacchetto di cure multidisciplinari che non è semplice nè immediato trovare in altre strutture del territorio bolognese. Il “pacchetto” comprende: l’assistenza infermieristica, il supporto fisioterapico oltre che, a monte e per tutto lo svolgimento del percorso, la consulenza fisiatrica. Al centro per tutti noi professionisti sanitari rimane il paziente inteso come globalità, come unità bio-psico-sociale di cui prendersi cura per donargli la qualità e l’aspettativa di vita migliore possibile.